Fin che la barca va/2 | Bassanonet

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<< Ogni città sorta lungo un fiume ha sempre fatto di quel fiume un elemento centrale della propria realtà economica, sociale e – in tempi più moderni – anche turistica. 
Non fa eccezione Bassano del Grappa che nei secoli passati ha sempre fatto ruotare le proprie attività produttive e comunitarie attorno al Brenta, ovvero alla Brenta se preferite. Oggi non è più così: il fiume lo si guarda dall’alto dei due ponti ma non lo si “vive” e i rioni del centro sulle due rive che un tempo pullulavano di incontri, di traffico e di scambi commerciali sono diventati periferici. È come se Bassano avesse dimenticato e rimosso la sua natura originaria di città fluviale, benché il martoriato Ponte Vecchio continui a ricordarci che il patrimonio urbano – di cui rappresenta la massima espressione – che abbiamo ereditato dai nostri predecessori è nato e si è sviluppato grazie al Brenta. 
Ed è proprio la riscoperta dell’importanza del fiume per la nostra comunità, nel passato ma in prospettiva anche nel futuro, il filo conduttore di “Viaggio in Brenta”: l’esposizione, promossa dall’Associazione Urban Center Bassano, che da sabato prossimo 14 aprile e fino al 17 giugno (apertura nei weekend, il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 15 alle 19; ingresso libero) sarà allestita nella sede dell’Urban Center, situata proprio nel vecchio Porto di Brenta. 
Nell’atrio di ingresso della mostra il pubblico sarà accolto da una grande riproduzione della celebre pianta di Bassano del Grappa realizzata tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600 da Francesco e Leandro Da Ponte: una straordinaria antenata di Google Maps che oltre a ricostruire il tessuto edilizio, monumentale e urbanistico della città in quell’epoca testimonia anche la vivacità del fiume Brenta, raffigurato con le ruote dei mulini, le zattere del legname e le barche a chiglia piatta che facevano la spola da una sponda all’altra. 

Momento interviste in conferenza stampa

E a proposito di natanti: sempre nell’atrio, a dare il benvenuto ai visitatori ci sarà anche “Rina”, la “barca bassanese” che ha svolto l’onorato servizio di traghetto tra San Lazzaro e Marchesane dal 1926 al 1966 (anno della grande alluvione), conservata dalla famiglia Benetti, restaurata, recuperata dallo studioso e collezionista Fulvio Bicego e ribattezzata col nome dell’ultima barcaiola che l’ha condotta, “nocchiera” e traghettatrice di persone e di merci tra le due rive a sud della città. Già esposta nei mesi scorsi nella loggia del Municipio, “Rina” ritorna quindi nel suo ambiente originario e naturale, a pochi metri dal fiume, e al di là della mostra è già intenzione dell’Associazione Urban Center mantenerla in esposizione in modo permanente. 
L’itinerario espositivo proseguirà quindi con un allestimento per immagini: cartoline d’epoca, stampe, riproduzioni di quadri e fotografie – messe a disposizione da Fulvio Bicego, dal Museo Biblioteca Archivio di Bassano, dalla Fondazione Benetton e da altri prestatori privati – attraverso le quali saranno ripercorse le attività commerciali e di mobilità acquea sorte lungo le rive fin dal Medioevo: dai mulini alle fabbriche, dalle zattere ai traghetti, dalle lavandaie alla lavorazione della pelle, dai Ponti (Vecchio e Nuovo) al ponte di barche della Grande Guerra e chi più ne ha più ne veda. 
Ma non si tratterà solamente ed esclusivamente di un Amarcord in salsa bassanese. 
Sarà infatti rivolto anche uno sguardo alle recenti proposte per la riqualificazione del fiume e al recupero degli elementi storici ancora nascosti o poco noti. 
“Con questa esposizione – si legge sul primo pannello della mostra – l’Associazione Urban Center intende ripercorrere il lungo legame tra la comunità bassanese ed il suo fiume, indispensabile punto di partenza per arrivare alle recenti proposte per il futuro per la riqualificazione delle sponde e il recupero di questo inestimabile patrimonio storico.” 
“Il contributo di questa mostra – prosegue il testo – vuole portare l’attenzione sull’area dello storico porto fluviale, a ridosso del Ponte, meno nota alla cittadinanza bassanese, ma che è stata per secoli una parte fondamentale dell’economia cittadina e, con essa, dello sviluppo urbano.”
Dunque l’Urban Center – sulla cui assenza dalla vita pubblica cittadina abbiamo scritto numerose righe su questo portale – con questa pregevole iniziativa ritorna tra noi e anzi l’esposizione, su proposito della stessa Associazione che lo gestisce, rappresenta un momento di ripartenza e di rilancio delle attività. Attività che comunque, per un sodalizio composto da volontari, non sono facili e semplici da organizzare. 

Foto del backstage della conferenza stampa

Lo stesso “Viaggio in Brenta” ha avuto una gestazione di quasi un anno per la necessità di raccogliere i fondi necessari all’allestimento. Alla fine i soldini sono arrivati: tramite il contributo dell’Amministrazione comunale e il sostegno di uno sponsor privato, ma grazie anche alla vendita del calendario 2018 realizzato da Fulvio Bicego e dedicato appunto al Brenta, raccontato attraverso dodici bellissime stampe e incisioni d’epoca. E così, nel nome del fiume sul quale si affaccia, l’UC riapre finalmente le porte al pubblico. 
“La nostra associazione è un incubatore di idee – spiega nella presentazione alla stampa il presidente dell’Associazione Urban Center Bassano Omar Peruzzo -. Con la mostra proponiamo uno sguardo sul passato, ma con lo stimolo per investimenti futuri per la città. È un regalo alla cittadinanza e un recupero di conoscenza.”
Daniele Menon, pure socio dell’Urban Center, è il giovane curatore dell’esposizione.
“Faccio fatica a ricordare quando le macchine passavano sul Ponte Vecchio – afferma -. Figurarsi recuperare la memoria dei secoli passati. Ma grazie al materiale messo a disposizione dai prestatori siamo riusciti a ricostruire un racconto. L’Urban Center guarda al futuro, ma non c’è futuro se non si conosce il passato.”
“Con la mostra è stato gettato un sasso nello stagno – sottolineano gli organizzatori -. È come dire: bassanesi, ricordatevi del tesoro che abbiamo. Il successo dell’iniziativa non sarà calcolato su quante persone verrano a vederla, ma se un domani ci sarà la riscoperta del Brenta e del vecchio porto.” 
Ma c’è di più: in collaborazione con l’Associazione culturale galleggiante “Il Caicio” di Venezia, sarà effettuato un rilievo della barca “Rina” allo scopo di ricostruirne una copia esatta in scala 1:1. La futura barca replicante, nelle intenzioni dell’Urban Center, potrà essere prima testata e poi utilizzata per ricuperare, a scopo culturale e turistico, l’attività di traghetto tra una sponda e l’altra del fiume. Fin che la barca va, lasciala andare. 
Chi vivrà, remerà: intanto è tempo di aprire la mostra, oltre alla quale presso l’UC di via Porto di Brenta sono previsti anche diversi incontri di approfondimento tematico “per favorire la riscoperta e la valorizzazione di questo inestimabile patrimonio storico”.
“Viaggio in Brenta” sarà inaugurata domenica 15 aprile alle ore 18. E tra le varie testimonianze e omaggi sulla storia del fiume, sarà esposto anche il famoso Ponte degli Alpini di Lego realizzato da Ruggero Comacchio. Per una volta tanto il nostro monumento simbolo sarà raccontato coi colorati mattoncini e non coi mattoni dell’attualità sul suo restauro, che sono oramai delle tegole sulla testa. >>

[da Bassanonet.it]