Piazza Grande – Bassanonet

 

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Signore e signori, riaprono le porte dell’Urban Center di Bassano del Grappa.
E questa, già di per sé, è una notizia nella notizia. E il bello è che non aprono solo occasionalmente, ma per un periodo ben più prolungato.
L’occasione per rimettere piede nella “casa dei cittadini” collocata nei ristrutturati magazzini di Palazzo Sturm è una doppia conferenza stampa per il lancio dell’iniziativa “Dance Inclusive”, di cui ci occupiamo nell’articolo precedente, ma anche e soprattutto per la presentazione del progetto di rigenerazione di un tassello della città di cui UC Bassano è uno dei tanti attori protagonisti.
Tanto per cominciare, come succede spesso nel nostro mestiere, anche oggi impariamo qualcosa. E cioè che ci troviamo nel cuore di Borgo Cornorotto: una parte di centro storico, dove insisteva l’antico Porto di Brenta, che nei secoli passati rappresentava la zona strategica di ingresso a Bassano. La quale – soprattutto e prima di tutto – è stata per lungo tempo una città fluviale, nata e sviluppatasi su una grande via di comunicazione chiamata Brenta, anche se tendiamo a scordarcelo.
Da decenni ormai questo Borgo – affacciato sulla riva tra i due Ponti in sinistra Brenta e compreso tra via Mure del Bastion, il lungofiume di via Porto di Brenta e via Portici Lunghi, con la propaggine di via Schiavonetti – è una zona soggetta a degrado e trascuratezza, tipica “periferia del centro” che, residenti a parte, è assimilabile a una terra di nessuno.
Eppure qui si trovano gli scorci più classici della città, una terrazza dal panorama mozzafiato come quella di Palazzo Sturm e altri manufatti di pregio come il Porto di Brenta, l’Essicatoio Mainardi, il Giardino di Porcinai. Ciò nonostante, questo “brano” di centro storico è percepito come un margine esterno poco attrattivo. Ma, a quanto pare, lo sarà ancora per poco.
È infatti ai blocchi di partenza il progetto “Piazza di Brenta”: un’iniziativa senza precedenti che raccoglie attorno a un’unica idea diversi soggetti, istituzionali e non.
L’obiettivo del progetto è la rigenerazione urbana di questa tanto pittoresca, quanto misconosciuta zona di Bassano altrimenti relegata al dimenticatoio.
Favorendo il “ritorno della vita” negli spazi vuoti, nei locali sfitti, negli angoli abbandonati, sulle rive semideserte, nelle strade che di notte fungono più che altro da orinatoi per gli incontinenti della movida cittadina.
Il tutto con il nobile obiettivo di promuovere progressivamente la riqualificazione sociale di tale area urbana, di riattivare processi economici sostenibili basati sullo sviluppo dell’artigianato locale e sull’aumento dell’afflusso turistico e di responsabilizzare il mondo giovanile costruendo un’offerta di “partecipazione artistica e gestionale” che sostituisca, almeno parzialmente, l’abbandono marginale che oggi avvilisce questo comparto del centro cittadino.
Mission: Impossible? Sembra proprio di no.

La gestazione dell’iniziativa è nata ancora due anni fa su impulso dell’associazione Upgrade, fondata nel 2009 da un gruppo di studenti e dottorandi dell’Università di Padova, che si propone di stimolare la partecipazione attiva alla vita urbana e che conta tra le sue fila anche diversi giovani bassanesi.
Oggi “Piazza di Brenta” è un progetto maturo e pronto a mettersi in gioco grazie a un contributo di Fondazione Cariverona di 68mila euro, al supporto dell’Amministrazione comunale che convoglierà nell’area progetti già finanziati e alla sinergia di un pool di partecipanti attivi che oltre ad Upgrade vede coinvolti anche Operaestate Festival, Museo Biblioteca Archivio, Urban Center Bassano, Rame Project, La Mela di Newton, Officine Arte Teatro e ARCI Veneto.
“Si tratta di un progetto di riqualificazione con strumenti culturali – spiega il responsabile operativo Mattia Bertin dell’associazione Upgrade -. In questa prima fase vogliamo capire che cos’è questo borgo e che cosa può diventare attraverso questo progetto. Lo scopo è quello di ridefinire insieme uno spazio che adesso non conosciamo e ridefinire una visione di questo spazio tramite concerti, spettacoli, laboratori. Con l’obiettivo di rigenerare una parte di centro storico ad oggi abbandonata, da terreno di risulta a nuova “piazza” della città.”
Perché il nome “Piazza di Brenta”? Perché il quadrilatero compreso tra il Ponte Vecchio, il Ponte Nuovo e le due sponde opposte del fiume tra i due manufatti, con il Brenta in mezzo, “è la quarta piazza di Bassano, una potenziale piazza culturale che deve essere valorizzata come accade in molte città europee”. Una Piazza Grande, per citare Lucio Dalla.
“Il progetto – aggiungono i promotori – si propone di mettere in sinergia una serie di potenzialità che già la città possiede, per costruire una proposta integrata necessaria ad un rinnovamento a partire dalla visione di questo tratto di Brenta e dell’area circostante come le facciate e le vie di accesso di questa “piazza d’acqua”, riconnettendo quei brani di centro storico ad oggi vissuti come indipendenti.”

L’iniziativa in questione avrà la durata di sei mesi, dal 2 aprile fino al 30 settembre. Ma l’intenzione è quella di considerarlo come la fase di partenza di una rigenerazione urbana che dovrà essere continuativa.
Cosa accadrà, concretamente? Nelle prime due settimane del progetto, dal 2 al 14 aprile, prenderà vita una programma introduttivo intitolato “Aspettando Piazza di Brenta”.
Previsti tre eventi musicali finalizzati a un primo approccio “per far convergere idee, proposte e pubblico nell’area”. Dal 26 aprile a tutto il mese di maggio, invece, spazio agli eventi di “Apriamo la Piazza!”: con visite guidate al quartiere e aperitivi, concerti, interventi di street art, laboratori di teatro di strada, conferenze e quant’altro. Il “grosso” arriverà dal mese successivo.
“A giugno, luglio e settembre – anticipa Bertin – avremo quasi un appuntamento quotidiano.”
Previsti workshop dedicati agli studenti delle Superiori – collegati ai progetti di alternanza scuola-lavoro del Comune – per ridefinire con loro l’area attraverso la fotografia, il teatro di strada, la rappresentazione audiovisiva, l’urban sketching, la danza ed il campus musicale.
Proseguiranno i concerti a cui si aggiungeranno percorsi di spettacolo e arte di strada con artisti di livello internazionale. A partire da giugno, inoltre, in alleanza col già ben rodato progetto comunale “Ci sto affare fatica”, si interverrà nell’area coinvolgendo gli studenti per curare gli spazi pubblici ora degradati. Il programma sarà in continuo aggiornamento sul sito dedicato piazzadibrenta.it e sulla pagina Facebook del progetto.
E scusate se è poco.

L’auspicata “rinascita” di Borgo Cornorotto passa dunque per una articolata griglia di attività dove il “chi fa che cosa” è chiaramente definito.
Accanto a Upgrade, che curerà la supervisione generale degli eventi, Operaestate Festival garantirà la qualità nella scelta degli artisti per i settori della danza, del teatro di strada e dell’offerta musicale.
“Saranno proposti spettacoli per diverse fasce di comunità – anticipa il direttore Rosa Scapin – allargando al Borgo alcuni nostri progetti come il Campus delle Arti e i “Mercoledì sotto le stelle”, più un progetto ad hoc che sarà una passeggiata teatrale tra le vie del rione.”
Il Museo Civico collaborerà nel programma delle visite guidate dell’area che, a cadenza bimensile, permetterà “di scoprire l’area meravigliosa quanto dimenticata in cui ci troviamo”.
L’Urban Center Bassano sarà la “casa” del progetto e ne curerà la continuità dopo la sua scadenza operativa. “Il nostro è uno spazio baricentrico nell’area di intervento – dichiara il neo presidente dell’Associazione Urban Center Bassano Omar Peruzzo -. Il tema della rigenerazione/riqualificazione delle aree è stato da noi sempre affrontato, metteremo a disposizione il nostro know-how.”
Mentre l’ex presidente Denis Bordignon evidenzia la continuità con il “Laboratorio per il centro storico” ospitato dall’UC e “il coinvolgimento proattivo dei residenti”, sottolineando “la collaborazione di attori che elevano ulteriormente i processi innescati in questi anni dando la possibilità, dopo sei mesi, di dare continuità al progetto”.
Rame Project, progetto di rideterminazione degli spazi urbani degradati, sarà invece il nome di riferimento per le manifestazioni di street art. La Mela di Newton curerà il programma musicale nell’area con concerti live di gruppi della scena indipendente internazionale. Officine Arte Teatro, attiva nel Teatro Sociale di Comunità, si impegnerà a realizzare percorsi di coinvolgimento della comunità residente attraverso performances teatrali. ARCI Veneto, infine, metterà a disposizione del progetto le proprie competenze nella gestione degli eventi di maggiori dimensioni.
Dal canto suo, l’Amministrazione comunale – rappresentata nell’occasione dagli assessori Giovanni Cunico e Oscar Mazzocchin – rideterminerà sull’area progetti già in bilancio relativi alla riqualificazione di Palazzo Sturm, a Cantieri Giovani e a Operaestate Festival.
Non manca nel gruppone di “attori” dell’iniziativa anche il Comitato di Quartiere Centro Storico che per voce del presidente Erio Piva auspica il rilancio di una zona che ad oggi è gravata dai “problemi notturni per i residenti” per le frequentazioni poco educate che attentano alla civica tranquillità quando su Borgo Cornorotto cala il buio.

“Piazza di Brenta – affermano ancora i promotori – agirà sul vuoto, destabilizzando la percezione di questi spazi con gli strumenti del progetto.”
Bertin & C. ne sono convinti: “I percorsi turistici e le riaperture degli spazi storici dell’area renderanno solido e permanente l’afflusso di curiosi. L’obiettivo è trasformare il Borgo in un cuore pulsante ed attrattivo, non solo per la cittadinanza ma per dare nuova e maggiore visibilità a tutta Bassano.”
La prospettiva, a medio termine, sarebbe quella di restituire alla comunità un rione che da “isolato” divenga un polo di attrazione anche per attività economiche di vicinato e laboratori artigianali. Di tutto e di più, nel segno della dichiarata ambizione di trasformare questa parte di centro storico bagnata dal Brenta in una “piazza d’acqua”.
“Qui sì che si potrà fare una vasca.” La battuta, della collega del “Giornale di Vicenza” Caterina Zarpellon, è davvero di quelle da annotare sul taccuino.

[da bassanonet.it]