Polverone estivo all’Urban Center

Chipperfield

[23 Giugno 2017 – Comunicato Stampa]

Negli ultimi giorni l’Urban Center è stato al centro di una serie di articoli del Giornale di Vicenza e ci sembra giusta, a questo punto, una replica.

Inizialmente, il giornalista sottolineava come il plastico e alcune tavole del progetto dell’architetto David Chipperfield siano depositate al piano terra della sede dell’Urban Center senza essere esposti al pubblico e “dimenticati”.

Vorremmo ricordare che la sede di via Portici Lunghi è stata affidata all’Associazione Urban Center Bassano in comodato d’uso gratuito dal Comune di Bassano. Come tutti gli immobili pubblici è, in senso ampio, della collettività. Ma è custodita da noi che, come ricordiamo una volta di più, siamo un’associazione di volontari senza scopo di lucro. Nessun giornalista ci ha chiesto l’autorizzazione per entrare all’Urban Center e fotografare il materiale che vi è contenuto e custodito. E ci chiediamo come abbia fatto, visto che le chiavi sono a disposizione solo di chi è autorizzato ad organizzare degli eventi o svolgere degli incontri.

Prima dell’altro giorno infatti, nessuno a nostra conoscenza ha rovistato tra gli oggetti presenti in quello spazio, motivo per cui, anche il plastico e le tavole di Sir Chipperfield, non sono state danneggiate in tanti anni. Forse sì, la cassa in cui sono custoditi può aver preso un po’ di polvere.

Ancora, vogliamo ricordare a quanti oggi si stracciano le vesti, che il progetto – sia plastico che tavole – è stato esposto all’Urban Center, gratuitamente e liberamente fruibile dai visitatori, grazie alla sola disponibilità dei volontari dell’Urban Center. I materiali sono poi stati spostati, chiusi e custoditi per preservarne l’integrità per fare spazio ad altre attività ed esposizioni, come avviene normalmente in tutti gli spazi dove si svolgono più mostre e diverse attività. Come in questi giorni, durante i quali l’Urban Center ospita il Festival Piazza di Brenta: cosa che il Giornale di Vicenza sa perfettamente.

Vorremmo poi sommessamente sottolineare che il plastico e le tavole depositate all’UCB non sono affatto costati 300.000 euro (cifra di cui non conosciamo la fonte) ma, al massimo, quello potrà essere stato l’onorario del progetto, corrisposto da soggetti privati. Le tavole in particolare sono ovviamente copie stampate, replicabili all’infinto. Il loro costo di produzione, potrà al massimo essere di qualche centinaio di euro.

Siamo lieti che la Direttrice del Museo si sia offerta di esporre e/o custodire tale materiale presso il Museo Civico e, se vorrà, potremo anche organizzare un’iniziativa congiunta. Dopo tanti anni di custodia volontaria infatti, ci siamo anche affezionati.

Comprendiamo che d’estate diminuiscano le notizie di rilievo, ma siamo anche stanchi di essere continuamente e periodicamente attaccati per colpire altri e in funzioni di scopi che nulla hanno a che vedere con l’Urban Center. Il nostro è un lavoro autonomo dalla politica e volontario. Gradiremmo continuare a svolgerlo in serenità e vorremmo essere giudicati per le cose che davvero facciamo.

Magari la stampa ci riservasse tante attenzioni anche quando svolgiamo delle iniziative pubbliche.

Buon lavoro a tutti.

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Urban Center Bassano.